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A COSA SERVONO I
NEONICOTINOIDI
I loro utilizzi comprendono
la concia delle sementi di mais, del cotone, del colza, della bietola e del
girasole, trattamenti fogliari di molti fruttiferi e di piante ornamentali e
trattamenti granulari al terreno.
I neonicotinoidi possiedono una buona attività insetticida nei confronti di
insetti predatori, fitofagi e zoofagi e risultano efficaci anche sugli insetti
resistenti ad altri gruppi chimici. Per questo motivo hanno un vasto impiego
nella protezione delle colture, ma anche nel controllo delle infestazioni
parassitarie degli animali domestici da compagnia. Inoltre sono dotati di buona
attività sistemica all’interno delle piante, perché possono essere assorbiti
dalle radici, dal fusto e dalle foglie ed essere traslocati attraverso la
corrente xilematica in tutti gli organi vegetali di nuova formazione (in pratica dalle radici,
attraverso il fusto, raggiungono le foglie e quindi i fiori e frutti. Sono così
costantemente trasmessi dalle radici alle giovani foglie e a quelle in corso di
formazione, mantenendo una concentrazione sufficientemente elevata
dell’insetticida).
Possiedono, infine, un'azione citotropica e translaminare*, quando i trattamenti
sono applicati sulla vegetazione in atto.
*Note da Wikipedia:
Un fitofarmaco si definisce citotropico quando è in grado di penetrare nei
tessuti vegetali, rimanendo attivo nei tessuti adiacenti al punto di
applicazione. Invece i citotropici translaminari riescono a spostarsi dalla
pagina superiore a quella inferiore della foglia.
L'efficacia di un fitofarmaco "citotropico" è strettamente legata sia alla
durata della sua persistenza sulla vegetazione (foglia e frutti)che al grado di
bagnatura di questa. Inoltre ha non poca importanza la natura della superficie
sulla quale il fitofarmaco viene irrorato: la pagina inferiore della foglia,
tomentosa, è più recettiva di quella superiore, glabra; una susina con buccia
pruinosa è meno recettiva di una pesca; una fragola, per la sua conformazione
rugosa, trattiene maggiormente di una mela, ecc.
Non si può escludere che una buona parte dei principi attivi contenuti nei
fitofarmaci a lunga persistenza formulati in veicolo sub-oleoso possano
esplicare una certa azione "citotropica" anche sulla buccia di molti frutti e
quindi che la loro persistenza, proprio perché parzialmente assorbiti, vada
oltre al periodo di carenza stabilito dalla legge per ogni fitofarmaco. Una
precisa risposta a questa eventualità si può avere soltanto conoscendo i tempi
ed i modi della metabolizzazione completa dei singoli principi attivi sui
diversi frutti, cosa che solo i laboratori d'analisi possono determinare.
Esistono fitofarmaci che agiscono per contatto superficiale definiti "di
copertura", creando una barriera protettiva contro le avversità biologiche e
usati per la prevenzione, ed altri che vengono assorbiti dai tessuti difendendo
la pianta "dall'interno". Questi ultimi sono definiti "sistemici" e riescono ad
essere traslocati dalle radici alla parte epigea e viceversa. Anche per i
sistemici utilizzati su piante da frutto valgono le considerazioni fatte per i "citotropici"
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