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rosso sulla 133 di Susan George |
Com'è andata a finire: i documenti per la 133 sul sito UE (in francese - in inglese) |
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Global action express per Nizza
Dichiarazione di Tom
Benetollo, presidente nazionale Arci e di Raffaella Bolini, responsabile
internazionale Arci
"Nizza sta vivendo grandi giornate di mobilitazione. La prospettiva di un'Europa sociale, dei cittadini, è più forte. Un vasto campo di forze ha scelto di schierarsi con determinazione perché l'Unione Europea non sia frutto di politicismi, burocratismi, né della supremazia del denaro, ma un soggetto forte di pace e di cooperazione. Vogliamo un'Europa politica, che nasca dalla partecipazione, che abbia come "parametri" i punti più alti, non negoziabili, delle politiche dei diritti - diritti conquistati con grandi lotte, oggi ancora necessarie per rafforzarli e generalizzarli in tutta Europa, all'Ovest come all'Est. Ci batteremo, in questa direzione, per la Costituzione Europea. In giornate così significative, risulta odiosa la scelta di sospendere il trattato di Schengen sulla libera circolazione, per selezionare arbitrariamente la partecipazione alle iniziative di Nizza. Protestiamo con forza contro la proibizione al transito del Global Action Express; un'atto autoritario che contraddice i valori che la Francia ha sempre propugnato. I Forum cui abbiamo partecipato hanno, su proposta dell'Arci, espresso solidarietà ai manifestanti bloccati a Ventimiglia. E' grave che ai manifestanti non sia stato concesso di attraversare la frontiera nemmeno a piedi e in fila indiana, calpestando il diritto alla libera circolazione e alla libertà di manifestare. E' grave che la polizia abbia in più riprese caricato un corteo dichiaratamente pacifico come quello che i giovani del Global Express tentavano di organizzare per protestare contro il blocco, provocando diversi feriti tra i manifestanti. E tutto ciò mentre con scarso senso del ridicolo le Ferrovie Francesi esponevano nella stazione di Nizza un cartello con cui avvisavano i viaggiatori che i treni provenienti dall'Italia venivano fermati al confine per "cause metereologiche". In segno di protesta, di solidarietà, di condivisione con il Global Action Express, la delegazione dell'Arci si auto-censura, non prendendo la parola ai Forum ai quali è stata invitata. Roma, 7 dicembre 2000
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Maurizio
Pagliassotti scrive su "noomc"
maury
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Controsummit
permanente scrive su "noomc"
MARTEDI 5 Presso la sede del collettivo "unitario" responsabile dell'organizzazione complessiva del "controvertice", partecipando alle assemblee organizzative abbiamo dovuto constatare la totale assenza di dibattito politico tra i compagni delle diverse realta' presenti nonche' forti carenze proprio sul piano organizzativo. Infatti nell'arco delle giornate di mobilitazione sono stati del tutto assenti momenti organizzati di dibattito politico tra compagni, cosa che per noi rappresenta una carenza gravissima. E pure nei momenti in cui era necessario fronteggiare delle emergenze (i treni bloccati alle frontiere e, successivamente, compagni fermati dalla polizia) l'organizzazione si e' dimostrata altamente inadeguata. MERCOLEDI 6 Manifestazione convocata dalla CES - Confederazione Europea dei Sindacati. Centinaia di migliaia di persone hanno sfilato per le strade di Nizza per oltre sette ore. La gran parte del corteo era composta da lavoratori aderenti ai maggiori sindacati francesi (in particolare la CGT - Confederazione Generale del Lavoro). L'ampissima, straordinaria, partecipazione di lavoratori provenienti da fabbriche di tutta la Francia e non solo, mostra come oramai sia sempre più evidente che la reale controparte contro cui andare ad impattare per migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro sia rappresentata dall'UE. Sicuramente la presenza, imponente e inaspettata dei lavoratori rappresenta l'elemento più significativo e caratterizzante dell'insieme della mobilitazione, oltre che un fatto nuovo per quanto riguarda i "controvertici". Nella manifestazione oltre alle rappresentanze dei sindacati aderenti alla CES, gruppi, collettivi e organizzazioni di compagni di varie parti d'Europa e del mondo, erano presenti rilevanti spezzoni di: compagni inglesi e tedeschi, compagni baschi con la LAB (sindacato alternativo basco), compagni kurdi e del Partito Comunista Francese. Lo spezzone "autorganizzato", collocato alla coda del corteo, era composto da associazioni di vario genere , una folta rappresentanza di anarchici spagnoli, cobas e studenti. GIOVEDI 7 Fin dal mattino presto si svolgono azioni di lotta nei pressi della zona dove si svolge la riunione dei capi di Stato e di Governo dell'UE. Nonostante gli "organizzatori" avessero "programmato" una resistenza pacifica quanto inefficace, fortunatamente grazie alla spinta dei gruppi di compagni più determinati (in particolare i compagni baschi), i manifestanti riescono a compiere numerose azioni di lotta, scontrandosi con la polizia. A più riprese la polizia ferma diversi manifestanti e ne ferisce altri. L'accanimento della polizia arriverà a tal punto da accerchiare il luogo, un palazzetto dello sport, dove dal giorno precedente si erano radunati i compagni che intendevano proseguire la mobilitazione oltre la manifestazione del 6. E' interessante segnalare che il luogo scelto dagli "organizzatori", cioè il palazzetto dello sport, si trova nei pressi di una delle delle più grandi caserme della gendarmerie (sbirri) di Nizza., i quali hanno quindi avuto gioco facile nel perseguitare i manifestanti fin dentro il palazzetto. A dispetto della disoganizzazione complessiva gruppi di compagni hanno svolto numerose altre azioni di lotta per la città mentre altri hanno cercato (pur essendo totalmente abbandonati dagli "organizzatori") di fare pressione sulle forze dell'ordine per ottenere la liberazione dei compagni fermati, subendo ulteriori cariche da parte della polizia…
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Csoa
Askatatasuna Torino scrive su "noomc"
Non è da molto che siamo tornati da Nizza (raggiunta con altri mezzi rispetto al treno che abbiamo da subito scartato sia per l'ovvietà del blocco, sia perché ci sembrava un copione già scritto), dopo una due giorni di mobilitazione intensa. Siamo tornati determinati così come siamo partiti a dare il nostro contributo di compagni e compagne del movimento antagonista e autonomo italiano alla lotta. Una lotta contro un nemico comune che ci riesce a far mobilitare tutti e che lascia a tutti gli spazi di fare le cose. Nizza, come Praga, ha dimostrato come sia possibile attaccare il sistema capitalista concretamente, attraverso la comunicazione e l'azione diretta e di massa. Ognuno a modo suo ha contribuito al fine collettivo, per noi quello della sviluppo, nella concretezza, di un movimento di massa e sempre più dai contenuti radicali che si opponga allo stato di cose presenti. Positivo è stato non lasciarci assorbire completamente dalla mobilitazione sindacale, e lo è stato ancor di più quando ci siamo trovati insieme ai compagni Baschi, Inglesi, ai Kurdi, ai Greci, per citare i più "affini" secondo l'organizzazione che ci siamo dati, stamani a manifestare davanti alla Fortezza del congresso, una fortezza protetta da un numero indefinito di guardie di ogni genere che ben hanno salvaguardato l'ennesimo rafforzamento dell'Europa delle merci, dei padroni, del capitalismo. Un'Europa, o meglio un mondo che non ci rappresenta affatto, che non rappresenta quelle migliaia di compagni e compagne che sono giunti a Nizza a manifestare e tutti/ quelli/e che non ci sono riusciti o non ci sono venuti. Sicuramente abbiamo dovuto e faremo i conti con un livello altissimo di repressione che ha già portato a numerosi fermi ed arresti, ed alle compagne e ai compagni rinchiusi va il nostro pensiero e il nostro sostegno militante e comunista. Ai padroni del mondo invece va il nostro grido di lotta e giustizia che anche a Nizza si è sentito rieccheggiare... Libertà per i fermati/e e gli arrestati/e
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Raphaël
scrive su noomc
Cari Compagni, Abbiamo atteso per ore per poterci infilare in quel fiume che difficilmente si riusciva ad attraversare, ed ogni treno che passava sul vicino ponte ferroviario, dal TGV al treno merci o il treno regionale, tutti i treni che passavano rallentavano e salutavano suonando con la loro tromba bitonale. Dal finestrino della motrice una mano e a volte un pugno chiuso salutava il serpentone multicolore che si attorcigliava intorno alla città. Dalle due alle sette di sera continuava scorrere. La sera poi la prima manifestazione non autorizzata, avendo saputo dei 1500 compagni bloccati a XXmiglia, abbiamo deciso di andare a bloccare la stazione centrale di Nizza occupando i binari. Davanti alla stazione ci aspettava la polizia, assetto da guerra, caschi, scudi, manganelli, fucili e lacrimogeni. Di fronte al nostro numero la polizia lentamente retrocedeva, un accordo li avrebbe fatti retrocedere permettendoci di occupare l'atrio della stazione; in realtà dopo sarebbe stato semplice occupare anche i binari. La polizia retrocedeva lentamente, un metro alla volta, dalla nostra parte i volti erano coperti molti si erano armati di bastoni, noi nelle prime file cercavamo di contenere i più eccitati perchè sapevamo che il sottile accordo con la polizia sarebbe stato rotto da qualunque episodio di violenza. Ed è stato cosi, contenedo i nostri, che mi sono preso in faccia l'unica bastonata da me ricevuta in questi giorni. Cosi quando eravamo a pochi metri dalla stazione mentre la polizia retrocedeva ordinatamente ma lentamente sono cominciati a volare i bastoni, a volare le legnate, poi una vetrina della stazione e volata in pezzi, cosi, abbiamo visto i pulotti infilare le maschere antigas e sparare lacrimogeni. Dopo aver sgomberato il piazzale antistante la stazione (pieno di giornalisti) hanno inseguito i gruppetti di manifestanti per le vie manganellandoli. Il clima però era ancora tranquillo. La mattina del giorno successivo, di buon ora, partivamo per bloccare il centro congressi. Solta tecnica, mani alzate si preme contro gli agenti in tenuta antisommossa, ma loro non ci lasciano quasi avvicinare e rispondono subito con i lacrimogeni. Rispoindono giusto agli attacchi con lacrimogeni, abbondanti tiri di lacrimogeni, sparati prò in maniera regolamentare, con fucile a 45 gradi e tiro a parabola, non come i nostri che sparano ad altezza uomo. Bisogna specificare che la polizia aveva predisposto un perimetro di sicurezza estremamente ampio che lasciava cosi un numero di accessi molto alto; cosi per ognuno c'èrano una ventina, anche fino una quarantina di pulotti. Questi però non erano in grado di sopportare uno scontro fisico, potevano solo impedirci di avvicinarci con lanci di lacrimogeni e manganellate sui più ardimentosi che si avvvicinavano troppo. Cosi nelle vie intorno al perimetro di sicurezza, quasi a provocazione sono scoppiati gli atti di vandalismo rivolti però solo a banche, assicurazioni, qualche concessionario, agenzie di lavoro temporaneo. Ero li quando per una decina di minuti, giovani anarchici catalani e nazionalisti baschi hanno martellato la vetrina blindata dell'agenzia della Banca Nazioanle di Parigi con un estintore e un cartello stradale, poi dopo aver infranto il vetro hanno buttato dentro benzina e dato alle fiamme. Una banca che brucia, un bel simbolo. A pochissimi metri da li' un vecchietto aveva un armeria, in quel panorama urbano surreale, tutti i negozi chiusi, lui si ostinava a tenere aperto, i compagni che passavano continuavano a tirargli giù le serrande e lui incoscente dei rischi continuava ad alzarle. Poco dopo la polizia ha fatto una sortita inseguendo il corteo di manifestanti, in tasca le fascette per fare fermi di massa, ed è li che un lancio di lacrimogeni ha incendiato un concessionario della Volvo e che i poliziotti per impedire che i giornalisti riprendessero la scena li hanno manganellati e ne hanno feriti due. I poliziotti presi in contropiede dall'episodio sono tornati nella loro caserma, poco dopo la scena era irreale, centinaia di manifestanti assediavano la caserma dove in tenuta antisommossa erano rifugiati i poliziotti, pretendevano dei compagni fermati. La risposta della polizia: manganelli e lacrimogeni e poi una sortita per andare ad attaccare la palestra quartier generale della manifestazione. Arrivando cosi ad aggredire i più calmi. Io, come al solito condanno a violenza e l'illegalità. La violenza della polizia che ha sparato migliaia di lacrimogeni, e l'illegalità dei governi che hanno fermato un treno di manifestanti alla frontiera, violando il trattato di Shenghen e la libera circolazione delle persone in Europa. La violenza dei vampiri che si ritrovano ogni volta pensando di poter decidere in nostro nome per conto nostro senza voler ascoltare nessuna voce critica, l'illegalità di chi voleva creare una costituzione europea facendola votare ai governi europei e non ai popoli europei. La libertà in europa è garantita SOLO ai capitali, NON alle persone. Raphaël In questi giorni ho fatto circa un centinaio di foto, saranno presenti sul mio sito non appena le avro' sviluppate, venite a vederle verso la settimana prossima. http://i.am/raph
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Frantziscu
scrive su noomc
Tanti, nei loro interventi, hanno parlato della partecipazione dei baschi e della fratellanza e della solidarietà che lega i "compagni" italiani a questo popolo ed alla sua lotta...peccato che proprio questi "compagni" italiani non abbiano notato che il popolo basco lotta contro lo stato (spagnolo in questo caso) per l'autodeterminazione nazionale, ossia proprio quello stato che per molti dei compagni della sinistra italiana è oggetto di venerazione in tutte le sue emanazioni. Peccato che non abbiano notato che accanto agli indipendentisti baschi erano presenti anche i corsi, i catalani, i bretoni e soprattutto i sardi.... Le nostre bandiere hanno sventolato a Nizza assieme a quelle degli altri popoli per rivendicare il nostro sacrosanto diritto all'autodeterminazione nazionale. Molti militanti di rifondazione comunista giravano allegramente con bandiere basche o curde per Nizza per poi tornare in italia e sventolare la bandiera italiana senza minimamente porsi il problema che il loro stato, quello italiano, non è altro che una fotocopia dello stato spagnolo o turco che sia.... Mantenere le proprie colonie fa sempre piacere: i comunisti francesi consideravano fino a poco tempo fa l'Algeria come una semplice provincia francese, proprio come adesso considerano la Corsica, il medesimo discorso va fatto per molti "compagni italiani" abituati a considerare la Sardegna alla stregua dell'isoletta delle vacanze, terra di gramsci e di berlinguer... mai e poi mai come la terra di un popolo in lotta per la libertà. Mi dispiace dirlo (o forse no), ma pare che, per molta parte del cosiddetto popolo di Seattle, esistano pesi e misure differenti per stabilire quali popoli hanno diritto alla loro libertà..... cari "compagni italiani" cercate ognitanto di guardarvi attorno... rinunciate all'arroganza dei privilegi acquisiti, rinunciate all'idealizzazione di lotte di cui forse non riuscite a capire nemmeno il senso. Continuate a invocare l'internazionalismo proletario ed il suo essere senza confini, ma non fingete, per piacere, di appoggiare qualche lotta di liberazione nazionale qua e là per il mondo... Noi sardi continueremo per la nostra strada, lotteremo pacificamente contro questa europa delle banche e delle multinazionali, contro gli stati europei tutti, e soprattutto contro lo stato italiano in quanto ultimo nostro dominatore. La nostra liberazione sociale e nazionale passa per la rete e dentro la rete acquisisce forze e potenzialità inaudite. Mi piacerebbe sapere cosa pensate voi italiani, e soprattutto i "sardi" militanti della sinistra italiana, di queste poche parole forse un pò provocatorie ma profondamente radicate nella nostra storia di lotta e nelle nostra voglia di libertà. Sallude e trigu a tottus frantziscu ps1 per chi volesse conoscere
qualcosa sul movimento indipendentista sardo, può fare riferimento, tra l'altro, a questi
siti internet:
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