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La battaglia di Ventimiglia

Scontri alla frontiera, respinto il treno dei dimostranti italiani.
Dura protesta di Bertinotti

dal nostro inviato ENRICO BONERANDI


VENTIMIGLIA - "El pueblo unido", cantano in coro davanti alla "delegazione dei compagni francesi" i 1.500 ragazzi del Global Action Express ammassati sui binari della stazione di Ventimiglia. Nizza l'hanno vista solo in cartolina, ma hanno fatto lo stesso il loro "dovere" nelle retrovie, impegnando duramente polizia e carabinieri, che li hanno manganellati. Così si sono meritati l'onore della visita nel loro confino ferroviario di uno dei massimi leader dei contestatori nizzardi, Christoph Aguiton. Che si complimenta - con traduzione via megafono - e poi li saluta con una battuta: "La prossima volta, però, cercate di esserci".
Il treno degli "indesiderabili" se ne va quando manca poco alle quattro del pomeriggio, sporco e rovinato almeno quanto i suoi occupanti. C'è il coordinatore nazionale dei giovani comunisti, Beppe De Cristofaro, che ha avuto una manganellata sulla testa e cinque punti di prognosi. E una fotografa legata al movimento, Mariella Saviotti, che ha perso due litri da sangue, si preme sulla nuca una borsa del ghiaccio. Sette feriti (6 ragazze) è il bilancio della mattinata di scontri attorno al consolato francese di Ventimiglia, mentre nelle forze dell'ordine ci sono 12 contusi, tra cui un funzionario di Ps e un colonnello dei carabinieri a cui un sasso ha infranto gli occhiali. La gente di Ventimiglia solidarizza con i manifestanti, che distribuivano limoni a tutti per attenuare gli effetti dei lacrimogeni, mentre Fausto Bertinotti chiede in un'interrogazione urgente alla Camera se "le brutali azioni di violenza provocate dalle forze dell'ordine italiane siano state coordinate dal ministero dell'Interno", sollecitando, in caso contrario, "la rimozione del questore di Imperia".
Dunque un "successo", almeno nell'ottica politica dei ragazzi delle "tute bianche", bloccati dai veti francesi lontano dal vertice della Ue ma tenuti al centro dell'attenzione da una situazione paradossale che ha finito per volgere a loro favore.
Tra spinelli, vino e botte, i militanti del partito antiglobalizzazione hanno serrato le fila, decisi a tornare in azione quanto prima, alla riunione dei G8 a Genova oppure a Roma, quando il governatore della Carinzia Haider si presenterà in Vaticano. "Siamo ormai un vero movimento, non tante sigle sparse - aggiunge Gianluca Schiavon dei Giovani Comunisti - e diventeremo sempre più numerosi".
La giornata di ieri a Ventimiglia era iniziata - in una città presidiata da centinaia di agenti - con la sveglia alle 7 via megafono dei ragazzi del treno, ammassati uno sull'altro nelle carrozze, e l'occupazione dei binari. Quando verso le 9 è giunta voce degli scontri tra manifestanti e polizia a Nizza, l'assemblea ha deciso di "darsi una mossa", improvvisando un corteo davanti al vicino consolato francese, ovviamente superprotetto. Prime scaramucce e bastonate. Tornate in stazione a raccogliere le "armi" - bottiglie, protezioni di gomma, aste di bandiera - le truppe si sono nuovamente dirette verso il consolato ed è scoppiato il finimondo. Ci sono state mischie selvagge, drappelli di carabinieri all'inseguimento dei manifestanti che cercavano riparo nei portoni. Alla fine sulle strade del centro di Ventimiglia è rimasto un tappeto di bottiglie rotte ed è ricominciata l'occupazione della stazione fino alla partenza del Global action Express.