www.rfb.it - resistenza ai frankenfood ed alla biopirateria

BASTA VELENI
Prorogato lo stop ai neonicotinoidi sul mais

Sito in aggiornamento, stai sintonizzato

Segui BASTAVELENI su Twitter Seguici su Twitter


Skype
marisa.renato1

"If you think you are too small to make a difference, try sleeping with a mosquito"     H.H. the Dalai Lama

 
Chi siamo
Introduzione
Appello
Aderisci all'appello
vedi chi ha già aderito
Sign the Call - Appel
Cronologia e aggiornamenti dal presidio
15 ottobre giornata di mobilitazione internazionale contro tutti i neonicotinoidi
Le spontanee reazioni al nostro appello
Sostienici con una donazione
Come possono agire le regioni?
Audizione in Consiglio Regionale del 12 settembre 2011 su "Insetticidi e apicoltura"
Perchè devono essere tolti dal mercato definitivamente
Documenti utili da consultare
Le nostre analisi
Video - Cosa succede alle api quando sono intossicate in maniera cronica dal neonicotinoide
Documentari sui pesticidi che sterminano le api
Documenti scientifici
link esterno, si apre una nuova finestra browser
Da non perdere questa presentazione di Tennekes

sui danni che provocano i neonicotinoidi - maggio 2011
25 luglio 2011 - Guariniello chiude l'inchiesta, Bayer e Syngenta indagate per gli insetticidi che fanno strage di api!  
Cosa si fa al Parlamento Europeo?
Link ai media che parlano del presidio
Anche nel Parlamento Britannico si chiede l'abolizione dei Neonicotinoidi
In Inghilterra la British Bee Keepers Association coinvolta in uno scandalo con i fabbricanti di insetticidi

 

Le reazioni al nostro appello

Nostra risposta

dal Blog
l'(in)sicurezza alimentare -
Notizie, fatti, misfatti e materiali per l'educazione sanitaria, la formazione e l'informazione nel settore agroalimentare.

 

di Corgiat Corgiat Loia Gianfranco*


mercoledì 13 luglio 2011
Api, neonicotinoidi e web.

Da alcuni giorni, davanti all’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte, staziona un piccolo camper tappezzato di scritte che invitano a mettere al bando i neonicotinoidi perché uccidono le api.
I proprietari del camper, due agricoltori di Rocchetta Tanaro, hanno deciso di fare lo sciopero della fame per segnalare il problema e, in pochi giorni, il loro appello via web ha avuto milione e 200.000 adesioni.
Viene in mente Chaplin in “Tempi moderni”: a volte basta raccogliere uno straccio rosso caduto a terra per diventare leader di una protesta globale.
A volte, tuttavia, non c’è una sola verità, e chi passa dalla protesta politica alle proposte amministrative ed alla gestione della “cosa pubblica” lo impara presto.
I neonicotinoidi sono insetticidi di recente introduzione nel comparto della difesa delle piante ma per alcune caratteristiche peculiari (come la sistemicità) hanno avuto un largo impiego su numerose colture (alberi da frutto, vite, ortaggi, piante ornamentali).
In Piemonte, come in altre regioni italiane, a partire dalla fine degli anni ’90 si è diffusa una pericolosa malattia della vite denominata Flavescenza dorata. Questa avversità, che può compromettere la coltura della vite causando ingenti danni economici ai viticoltori, è causata da un fitoplasma di cui è vettore una cicalina, il rincote cicadellide Scaphoideus titanus.
L’immissione in commercio di un nuovo insetticida particolarmente efficace contro l’insetto vettore della flavescenza dorata, visto anche il numero limitato di altre sostanze attive disponibili a seguito del processo di revisione dei fitofarmaci avviato dalla Unione Europea, ha fatto sì che i formulati a base di Thiamethoxam (neonicotinoide) abbiano avuto largo impiego in campo viticolo.
Per la sua bassa tossicità questa sostanza attiva è stata addirittura inserita nelle Linee Guida Nazionali per i disciplinari agroambientali dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR).
Lasciando da parte le morie di api collegate all’impiego di sementi conciate con sostanze adesivanti non adatte a impedire la dispersione dei neonicotinoidi durante le operazioni semina, in Piemonte sono stati segnalati, nel 2006, alcuni casi di avvelenamento delle api e spopolamento degli alveari in alcune aree a vocazione viticola.
La moria di api fu messa in relazione a trattamenti effettuati in concomitanza con il periodo di fioritura dei vigneti, nonostante i divieti previsti dalla Legge Regionale n. 20 del 3 agosto 1998.
I protocolli di trattamento redatti dal Settore Fitosanitario Regionale, d’intesa con le Associazioni degli apicoltori, prevedono la possibilità di ricorrere a trattamenti insetticidi contro Scaphoideus titanus nel rispetto tassativo dei vincoli posti dalla citata legge regionale e, per quanto riguarda gli insetticidi di sintesi, solo dopo la fioritura della vite, ad allegagione avvenuta, in assenza di fioriture nell’interfilare dei vigneti e in assenza di vento per evitare fenomeni di deriva delle soluzioni insetticide. Dal 2006 ad oggi la situazione è decisamente migliorata, con soddisfazione delle stesse Associazioni del settore apicolo.
In Piemonte è attivo, da qualche anno, un programma di monitoraggio sull’impatto delle sostanze insetticide sulle api svolto in collaborazione con l’Università di Torino DIVAPRA e l’associazione Aspromiele. I risultati del monitoraggio confermano la netta riduzione dei casi di avvelenamento e sembrano confermare la possibilità di conciliare la difesa della vite con la salvaguardia delle api.
Negli ultimi anni i casi di avvelenamento riconducibili all’utilizzo del neonicotinoide Thiamethoxam nei vigneti del Piemonte sono diventati sporadici e legati all’effettuazione del trattamento in prossimità della fioritura da parte di pochi viticoltori evidentemente non informati o poco attenti al rispetto della normativa regionale.
Secondo le stesse Associazioni degli apicoltori il divieto di utilizzo di seme di mais conciato con neonicotinoidi e la sempre maggiore attenzione dei viticoltori nell’effettuazione dei trattamenti sulla vite hanno determinato un sostanziale miglioramento della situazione degli apiari in Piemonte negli ultimi due anni.
La protesta dell’azienda agricola di Rocchetta Tanaro, peraltro legittima, merita quindi un approfondimento perché vi sono alcuni interrogativi a cui occorre dare una risposta:

a parità di condizioni geografiche ed ambientali e a parità di protocolli di trattamento non si spiega come mai non siano stati segnalati altri episodi di moria di api nell’Astigiano (provincia notoriamente ad alta vocazione viticola);
da riscontri ispettivi risulta che l’azienda di Rocchetta Tanaro pratichi l’agricoltura biologica e che per il controllo delle malattie delle api utilizzi esclusivamente prodotti omeopatici. Ciò determina un andamento subdolo e serpeggiante delle patologie presenti in allevamento, con uno stato di sofferenza cronico delle popolazioni di api che l’azienda pubblicizza come fattore di pregio (naturalità, bassi carichi, riduzione dello stress, miglioramento della qualità dei prodotti ecc.). Come minimo, sembra di poter affermare che, in questo caso, le cause di morte delle api possono essere state molteplici.
I controlli analitici richiesti dall’azienda agricola hanno messo in evidenza un elevato livello di residui di neonicotinoidi nei corpi delle api morte; i valori riscontrati non trovano una spiegazione plausibile, a meno che non si arrivi ad ipotizzare trattamenti massicci con neonicotinoidi su altre colture in piena fioritura o nelle immediate vicinanze delle arnie con “fall out” dei prodotti nebulizzati.
Le aziende agricole confinanti, conoscendo le "inclinazioni" del vicino, risultano aver operato con estrema prudenza, nel rispetto dei protocolli regionali e della Legge regionale 20/98.

Certo è che le difficoltà economiche e produttive lamentate dagli stessi titolari dell’azienda che hanno raccolto da terra “lo straccio rosso” sembrano passare in secondo piano se si considera l’alta adesione ottenuta sul web (http://www.rfb.it/bastaveleni/) ed il probabile aiuto finanziario richiesto con tanto di bollettino di Conto Corrente Postale.
Spero che gli “Amici della fattoria” (così si definiscono gli intestatari del conto) possano ottenere un sostanziale contributo materiale per fare ripartire l’azienda di Rocchetta Tanaro, magari cominciando dalla sanità degli apiari (varroa, virosi, batteriosi ecc..) e con un approccio più realistico.
Di Bella è servito per fare capire ai poeti della vita che il cancro non si cura con l’acqua fresca e Fleming, molti anni prima, aveva capito che si poteva sopravvivere anche alla polmonite.
Naturalmente sono d’accordo a punire gli abusi e a proscrivere ciò che rappresenta un pericolo o che, semplicemente, non è necessario.
Per questo mi sono battuto, con gli apicoltori, per bandire l’impiego dei neonicotinoidi nella concia dei semi di mais: la diabrotica non è ovunque e può essere facilmente debellata con le buone pratiche agricole.

Gianfranco Corgiat Loia 

* Il Dr. Corgiat Loia Gianfranco, opera attualmente alla Direzione regionale, Cabina tecnica di regia interna del Sistema informativo agricolo piemontese (SIAP), Assessorato Agricoltura Regione Piemonte.
E' stato Direttore del settore Agricoltura Regione Piemonte durante la passata "gestione" Bresso, quando Mino Taricco era Assessore all'Agricoltura.




Torino 8 agosto 2011

Gent.mo Dr. Corgiat Loia Gianfranco,
Direzione regionale - Cabina tecnica di regia interna - Sistema informativo agricolo piemontese (SIAP)
Assessorato Agricoltura Regione Piemonte 

veniamo solo ora a conoscenza della pagina sul Suo blog http://saperkemangi.blogspot.com e desideriamo ringraziarLa di averci prestato la Sua attenzione, spiacenti davvero di non aver visto prima quanto aveva  scritto. Siamo i due apicoltori oggetto del post di mercoledì 13 luglio 2011, intitolato “Api, neonicotinoidi e web”.

Come avrà intuito la nostra prima necessità è quella di poter spiegare cosa ci sta succedendo, e visti gli infruttuosi tentativi che abbiamo fatto negli ultimi anni, fino a questo inizio 2011, ci siamo trovati nella condizione di dover tentare questo inusuale, almeno per noi, ultimo passo.
Ci permetta prima di tutto, seguendo l'ordine della Sua articolata lettera, di rispondere e puntualizzare.

Quanto alle adesioni, si tratta di uno “svarione” di qualche giornalista che ha scambiato le cifre delle adesioni raccolte da noi con quelle raccolte dal sito Avaaz (appunto 1.200.000) per la petizione intenazionale contro i neonicotinoidi. Ad oggi i Cittadini che hanno deciso di inviare la loro adesione al nostro appello, sono solo 2500. Non pretendiamo che se li legga tutti, ma i commenti e gli intervenuti che hanno espresso il loro pensiero sul nostro sito fanno molto riflettere: Professori Universitari di fama indiscussa, Entomologi, Ricercatori, Medici, Farmacisti, Apicoltori e tante altre persone che di solito vengono definite normali mentre in realtà non sono affatto tali, ma sono il cuore pulsante del buon senso, della legalità e della lealtà all’indirizzo del territorio su cui si vive e della vita stessa.

Lungi da noi il desiderio di diventare leader di una protesta globale, in quanto la nostra età ci impone di guardare alla concretezza della nostra vita, desideriamo soltanto attirare quell’attenzione che non siamo riusciti ad ottenere in questi anni per il rispetto di un diritto che spero voglia condividere: il diritto ad esercitare il nostro lavoro senza che nessuno ce lo distrugga di anno in anno.

Nel paragrafo che riporta:

"La protesta dell’azienda agricola di Rocchetta Tanaro, peraltro legittima, merita quindi un approfondimento perché vi sono alcuni interrogativi a cui occorre dare una risposta": 

Punto 1.-  … non si spiega come mai non siano stati segnalati altri episodi di moria di api nell’Astigiano …

E' legittimo il Suo stupore nel non riuscire a spiegarsi come mai non siano stati segnalati altri episodi... E potrà immaginare il nostro di stupore, Dr. Corgiat, quando siamo venuti a sapere che le analisi condotte nell'estate 2010 dall'ASL, settore veterinario di Asti, sono giunte all'Assessorato Sanità solo il 18 di luglio di quest'anno, dopo espressa richiesta del Dirigente da noi interpellato. Quelle analisi davano risultato positivo al thiamethoxam per campioni prelevati nell'arnia di Polline in Favo.
Si tratta di una gravissima omissione che ci fa venire il dubbio che in passato possa anche essersi ripetuta, o essere una prassi.

Punto 2.-  Per il controllo delle malattie delle api utilizziamo esclusivamente prodotti omeopatici. Ciò determina un andamento subdolo e serpeggiante delle patologie presenti in allevamento, con uno stato di sofferenza cronico delle popolazioni di api...

Comprendiamo il Suo scetticismo, quindi non desideriamo convincerLa della leggerezza con cui valuta il nostro metodo: dovrebbero però rassicurarLa le relazioni ispettive che Lei cita, ma non sono quelle del servizio veterinario, che non può aver avuto il piacere come nessun altro di leggere (sono giunte dopo la sua lettera!), che certificano lo stato di ASSENZA di altre patologie.
Gli stessi veterinari, e capiamo anche il loro, di scetticismo, si sono premurati di approfondire (dobbiamo dire con rara competenza) arnia dopo arnia, che quanto Lei asserisce non fosse fondato. Siamo apicoltori professionisti e campavamo del nostro lavoro. Siamo i primi ad essere interessati a capire se sbagliamo e dove  sbagliamo. Ma per troppi anni ci è stata raccontata questa storia, ed è la ragione per cui l'anno scorso abbiamo iniziato una serie di analisi per verificarne la fondatezza.

Punto 3.- I valori riscontrati non trovano una spiegazione plausibile...

L'epoca delle perdite corrisponde ogni anno al periodo dei trattamenti "canonici" sulla Flavescenza. Quanto siamo riusciti a scoprire è che non si tratta di intossicazioni acute, ma, a parte la perdita estiva di 1/3 di api bottinatrici che si sarebbero benissimo potute compensare con integrazioni e riunioni invernali, di un problema legato all'intossicazione cronica che si protrae nel tempo ed impedisce alle famiglie di superare l'inverno, senza apparenti motivazioni.

Punto 4.-Le aziende confinanti che conoscono le "nostre inclinazioni"....

Dobbiamo dire che le precauzioni praticate dai nostri vicini sono davvero complete, e senza necessità di ironizzare, seguono le ordinanze in vigore. Quelle che arrivano (avremo modo di ritornarci in seguito...)
 

Qui, invece, la Sua ironia sfiora il limite della correttezza, che spiace dover constatare:
"Spero che gli “Amici della fattoria” (così si definiscono gli intestatari del conto) possano ottenere un sostanziale contributo materiale per fare ripartire l’azienda di Rocchetta Tanaro, magari cominciando dalla sanità degli apiari"...

Per prima cosa la nostra corretta e civile protesta non è un escamotage per ottenere un aiuto finanziario e risolvere i nostri problemi senza lavorare.
Ci lasci, per pudore e per rispetto dei pochi amici che l'hanno effettuato, di omettere qual è l'ammontare delle donazioni ricevute finora.
Ma per favore si astenga dall'effettuare affermazioni che, per mancanza di conoscenza diretta della nostra realtà, non possiede. Ci piacerebbe dialogare su un piano di accettazione della rispettiva onorabilità e bagaglio di conoscenze. Il veterinario che ci segue è persona competente e conoscitore delle api, essendo lui stesso apicoltore. Nelle sue relazioni non ha MAI evidenziato forme di patologie che potrebbero condurre ai problemi da Lei evidenziati, certificandone invece l’assenza, riferendosi appunto a nosema, varroa, peste o altre virosi. Ha per precauzione fatto analizzare anche gli sciroppi di miele che utilizziamo come integratori.  

Chi si permette di ridicolizzare senza motivo il proprio interlocutore, rischia di essere ricambiato della stessa moneta. Noi desideriamo invece credere che si possa ancora dialogare tra "persone per bene", come ancora supponiamo ci siano in circolazione, con rispetto reciproco.

Infine dove inizia la Sua conclusione: "Naturalmente sono d’accordo a punire gli abusi e a proscrivere ciò che rappresenta un pericolo o che, semplicemente, non è necessario..."

Ecco qui sta il punto.

E' davvero disposto a sottoscrivere che la lotta obbligatoria per contenere la Flavescenza Dorata così come è stata condotta sino ad ora sia davvero stata utile a risolvere il problema? A noi pare proprio di no, ed è facile averne conferma leggendo le analisi di esperti nella materia (leggasi Agroinnova ed altre fonti), delle associazioni agricole, degli stessi vignaioli.

Visto e considerato che non ne facciamo una "guerra tra comparti agricoli" bensì una lecita domanda di convivenza, umana ed anche sancita dal "diritto", ora pretendiamo di essere ascoltati. Ha letto bene, lo pretendiamo. Poichè è dal 2005 che scriviamo lettere alla Regione e agli Assessorati competenti, per sottoporre il nostro problema, ora ci troviamo nel 2011 a vedere la nostra azienda in una situazione che farebbe preoccupare anche Lei, se si trattasse della Sua.

La prospettiva che ci rimane, se non vengono cambiate le regole del gioco per tutti, consentendo a TUTTI di poter lavorare onestamente, senza danneggiarsi a vicenda, è di svendere le nostre proprietà e scappare da quelle zone. Oppure cambiare lavoro. Come se a quasi 60 anni fosse facile. Ci dica onestamente, Lei come reagirebbe? 

Per terminare, e La ringraziamo di essere giunto sin qui a leggere, vorremmo riportare la Sua attenzione su un punto molto importante, che ai più sfugge.

Gli insetticidi della classe dei neonicotinoidi sono davvero efficaci. Chi li ha inventati ha proprio scoperto un'arma potentissima.
La loro efficacia è amplificata da una proprietà intrinseca del prodotto: la sua attività SISTEMICA. Questo è ciò che bisogna tener presente quando si parla delle precauzioni di impiego. Chi ha redatto queste norme sembra dimenticare che sta parlando di un prodotto completamente diverso dagli insetticidi che agiscono "a contatto" o "per ingestione". Immaginiamo che Lei sappia di cosa stiamo parlando.
Il prodotto entra nella pianta e per la per la sua capacità "citotropica" può essere traslocato, veicolato, attraverso la corrente xilematica in tutti gli organi vegetali, anche di nuova formazione.

Ecco, vorrà convenire con noi per onestà intellettuale, che non stiamo parlando di un prodotto qualunque, che ha effetti (dichiarati dagli stessi produttori) potenti e prolungati nel tempo, e che le occasioni di entrare in contatto anche con gli insetti NON BERSAGLIO sono illimitate?

Infatti è quello che succede, e che ultimamente anche il Responsabile del Settore Fitosanitario regionale ha ammesso. Nella sua ultima circolare (protocollo 11 luglio 2011) relativa al secondo trattamento per la Flavescenza Dorata si "raccomanda" appunto di non usare il thiamethoxam in prossimità di allevamenti apistici, considerato che "le api in estate possono frequentare i vigneti anche per presenza di melata o per rifornirsi di acqua di rugiada".

Sono anni che lo scriviamo nelle nostre denuncie, ed ultimamente anche ricerche scientifiche oltre al "progetto Apenet" lo documentano.

Non ci interessa comunque nessuna patente di riconoscimento.
Ripetiamo: quale sia la soluzione, e da chi venga proposta, non ci interessa. Desideriamo solo che vengano vietati i prodotti tossici che è provato danneggiano l'ambiente, intossicano irrimediabilmente le api a piccolissime dosi sub-letali,  e ci impediscono di lavorare. Tanto più che non servono all'obiettivo che si sono preposti coloro che ne hanno deciso l'impiego contro Lo Scaphoideus Titanus,  vettore del fitoplasma  che provoca la Flavescenza Dorata. E per onestà dobbiamo anche rilevare che certamente sono scomparsi moltissimi altri insetti perché si sa che le api, sentinelle dell’ambiente, sono solo la punta dell’iceberg. Gli insetti sono indispensabili alla biodiversità di cui tanto si parla trascurandone nel concreto la salvaguardia, salvo poi lanciare fuori tempo massimo il solito grido di allarme di fronte al disastro irreversibile. E’ necessario che l’economia, e non solo nell’interesse dei soliti pochi, ma di tutti, sia vincolata davvero alla sopravvivenza dell’ambiente e alla tutela della salute umana. E’ urgente e indispensabile che ci si metta in condizione di tutelare un paesaggio che sia fonte di benessere anziché ostinarsi ad una mera e illusoria difesa di un paesaggio di plastica avvelenato e dispensatore di malattie, anche gravi. 

Ultima considerazione su cui desideriamo attirare la Sua attenzione è questa.

Le modalità con cui si fanno le analisi delle api intossicate. Abbiamo scoperto, a nostre spese, che il thiamethoam degrada velocissimamente nell'ape morta. Siamo riusciti ad individuare un modo che permette di trovarlo sulle api già intossicate (destinate a morire comunque) ma ancora in vita, apparentemente senza evidenti segni di avvelenamento.

Questo la dice lunga sul perchè sia stato così difficile sinora scoprire la vera causa dello stillicidio che ha scandito in questi ultimi anni la moria delle famiglie di api, che indebolite dal veleno, sono facile preda di ogni patologia, oltre che dell'incapacità di condurre una vita comunitaria, che è alla base della loro biologia. Un meccanismo che porta le famiglie invernate a non arrivare alla primavera nonostante le casse siano piene di scorte di miele. Ultime ricerche hanno evidenziato che proprio intossicazioni croniche da neonicotinoidi fanno scatenare il nosema, oltre che favorire la proliferazione della varroa. Se lo desidera Le possiamo inviare per conoscenza il materiale scientifico, queste affermazioni non sono farina del nostro sacco. 

Sperando di aprire in Lei un piccolo spiraglio che permetta di introdurre un argomento così importante  come la sopravvivenza delle api, negli "obiettivi regionali", anche come fattore di sviluppo delle imprese che operano nel comparto, La vogliamo ringraziare per l'attenzione riservataci, assicurandoLe che non ci siamo prestati a manifestazioni così "folcloristicamente" descritte se non avessimo maturato nel tempo la piena consapevolezza che si tratti di un argomento molto serio, e comune a tutti gli apicoltori: anche la Regione Piemonte, viste le pressioni proprio delle associazioni apistiche  ha introdotto negli ultimi anni i finanziamenti per ricomprare gli sciami.
Se non si perdessero le api…

Con stima,
Marisa Valente, Renato Bologna