"... Nel 2004 non siamo più
riusciti a far passare l'inverno alle famiglie tanto erano
spopolate, al punto da essere costretti a riacquistarne una
sessantina, complete sui 10 favi per poter affrontare la stagione
apistica 2005 e reintegrare l'apiario. Quest'anno ci ritroviamo in
una situazione ancora peggiore: abbiamo potuto constatare che nel
periodo luglio-agosto il calo è stato drastico, dell'80%, e stiamo
procedendo a riunioni esasperate per tentare di salvare almeno
qualche vecchio ceppo di api più resistenti alla varroa..."
Con questa lettera, il 7 settembre 2005, denunciavamo per la prima
volta, ai vari amministratori della nostra regione, la situazione
critica della nostra attività.
Siamo arrivati al 2012 e nulla è cambiato. Ogni anno lo stesso
problema in quanto la nostra azienda è situata in una delle più
rinomate zone di coltivazione della vite dell'astigiano, ai margini
del Parco Naturale di Rocchetta Tanaro. La moria delle api è causata
dai trattamenti "obbligatori" per la flavescenza dorata delle viti,
trattamenti che tra l'altro non hanno ancora risolto il problema.
Pesticidi a base di neonicotinoidi che irrorati anche una sola volta
sono letali per le api. E questo è conclamato: infatti tali prodotti
erano utilizzati anche per la concia delle sementi del mais e sono
stati vietati già da qualche anno.
Ad oggi più di 50 prodotti diversi a base di neonicotinoidi
sono stati iscritti nel registro del Ministero della Sanità (molti
sono autorizzati
addirittura per la "lotta integrata") per l'impiego sulle principali colture ortofrutticole, (pomodoro, melanzana, peperone,
cetriolo, zucchino, melone, cocomero, cavolo a infiorescenza, a
foglia, a testa, cavolo rapa, cardo, prezzemolo, basilico,
rosmarino, cerfoglio, erba cipollina, lattughe e altre insalate,
fagiolo, fagiolino, pisello, porro, cipolla, carciofo, fragola,
patata, frumento, orzo, erba medica, tabacco, olivo, melo, pero,
pesco, susino, ciliegio, mandorlo, albicocco, arancio, clementino,
mandarino, limone, pompelmo, vite), per la floricoltura e per altri
impieghi collaterali (antitarme, moschicidi, antipulci), senza
minimamente preoccuparsi della loro grave tossicità anche a dosi subletali
sugli insetti come le api. Un fatto gravissimo in quanto importanti
studi scientifici ne hanno già provato la tossicità sia a
livelli acuti che cronici a dosi bassissime.
Per la cronaca le api contribuiscono in maniera determinante
all'impollinazione di oltre il 225.000 specie vegetali, il 70% di
quelle di interesse agricolo, il 90 % dei fruttiferi, ortaggi, ecc.
La perdita delle api non colpisce solo direttamente gli interessi
degli apicoltori, ma sono il segnale di allarme per un danno
ambientale dalle conseguenze inimmaginabili, come bene illustra il
tossicologo olandese Tennekes nel suo ultimo lavoro: “The systemic
insecticides: A disaster in the making” (Gli insetticidi sistemici:
un disastro in preparazione).
Nel nostro piccolo le conseguenze per la nostra azienda sono enormi:
produciamo prodotti per apiterapia, pappa reale, embrioni di regina,
pandapi, polline, miele in favo e dalle analisi condotte (dall'ASL e
da un laboratorio privato) abbiamo la prova che la perdita di
popolazione di api e la perdita di capacità di autodifesa delle api
restanti, sono causate dai neonicotinoidi. A questo si aggiunge la
scoperta della contaminazione di alcuni prodotti dell'alveare con
questi insetticidi.
Questo è inaccettabile per noi, non ce la sentiamo di nascondere il
problema e tacere di fronte all'evidenza.
Se non cambiano le regole di impiego di questi insetticidi
rapidamente dovremo chiudere l'azienda con la perdita certa dei
nostri beni dati in garanzia per il mutuo non più onorato a causa del
calo delle entrate.
E chiuderemmo con un portafoglio di ordini che ci
consentirebbe di far fronte a ogni impegno creando anche occasioni
di lavoro.
Per questa ragione abbiamo deciso di esporci ed attivarci
personalmente, a sostegno anche del lavoro svolto da
Francesco Panella presidente dell'Unione Nazionale Associazioni
Apicoltori Italiani (UNAAPI), che da anni si batte per lo stesso
problema, a livello regionale, nazionale ed europeo.
Abbiamo anche condotto uno sciopero della fame per tre mesi, dal 4 di luglio 2011
al 4 di ottobre 2011, con un presidio a Torino davanti alla Regione Piemonte in C.so Stati
Uniti(vedi
gli appunti in Cronologia),
per sollecitare le autorità a sottoscrivere serie garanzie
per ritirare dal mercato gli insetticidi in questione.
Per ulteriori info, sul sito internet www.rfb.it/bastaveleni pubblichiamo gli aggiornamenti.
Appello
L'autorizzazione all'impiego dei neonicotinoidi deve essere
definitivamente revocata, per tutti gli impieghi
, non solo quelli destinati alla concia del mais !
In qualsiasi periodo vengano
utilizzati, sotto qualsiasi forma, questi insetticidi sistemici
restano nella linfa della pianta e le api hanno infinite possibilità
di entrarne in contatto: attraverso nettare, polline e l'essudazione
della pianta, per melata, guttazione o rugiada. Dobbiamo riuscire a far revocare almeno questi neonicotinoidi già
registrati, oltre ad impedirne le nuove registrazioni.
La nuova normativa peraltro lo esigerebbe, ma non si sa quando verrà
applicata davvero.
Chiediamo al Presidente della Regione
Piemonte, l'avv. Roberto Cota, di applicare il diritto a
salvaguardare un patrimonio locale come l'apicoltura
vietando l'impiego dei questi insetticidi sistemici, appellandosi al
principio di precauzione, per la salvaguardia dell'ambiente, del
patrimonio degli insetti pronubi impollinatori, come le api ed anche
della salute umana: a questo riguardo ci sono evidenze scientifiche
che confermano che anche i mammiferi subiscono danni dall'ingestione
cronica di piccolissime dosi. Auspichiamo che si faccia promotore
presso la Conferenza Stato Regioni di questa necessità affinchè la
revoca sia su tutto il territorio nazionale, oltre che presso la
Comunità Europea.
Ci sono tutti gli strumenti legislativi per farlo immediatamente.
Abbiamo deciso di sacrificare il nostro lavoro per iniziare lo
sciopero della fame poichè non abbiamo più alternative: proseguire a
lavorare vedendo le api soccombere in preda agli spasmi dovuti
all'intossicazione dal veleno, sapendo che questo è entrato
nell'alveare e contaminerà il prodotto, non è più possibile per noi.
Da qualche anno non siamo più in grado di evadere gli ordinativi e
rischiamo di chiudere. L'alternativa è di smettere di lavorare nel
luogo che fu un paradiso per le api, ricco di biodiversità, svendere
la nostra proprietà (chi compra dove neanche le api sopravvivono?)
ed emigrare in un posto dove si possa lavorare.
Tutto questo ci
sembra profondamente ingiusto e non riusciamo a comprendere come
possano essere più importanti gli interessi di chi produce questi
prodotti (esistono molte alternative) rispetto agli interessi di chi
promuove la salvaguardia
dell'ambiente e della salute di coloro che vivono sul territorio.
Abbiamo deciso di dire basta e tentare questa ultima carta.
Ci rivolgiamo a tutte le persone che hanno a cuore la natura, che
desiderano salvare le api, che desiderano cambiare questo modello di
sviluppo basato solo sul profitto immediato, senza nessuna
attenzione ai danni provocati all'ambiente e alla salute, a coloro
che desiderano una agricoltura che produca cibi sani anzichè
spazzatura tossica. Aiutateci a raggiungere l'obiettivo di questa
battaglia.
Sul sito www.rfb.it/bastaveleni troverete le
informazioni sull'argomento: agite in autonomia,
aprite presidi, volantinate, diffondete via
internet. Sarà un sogno riuscirci, ma a volte i sogni si avverano!
Ci serve anche un aiuto finanziario e chi volesse sostenerci così
può utilizzare un semplice bollettino di Conto Corrente Postale
versando sul conto n. 1000095776 intestato ad Amici della
Fattoria. Ringraziamo sin d'ora tutti coloro che almeno faranno
girare questo appello.
Marisa Valente 3343403464
Renato Bologna 3208310702
email: fattoria@atlink.it
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