Basi morfologiche della "differenziazione" cellulare
dalle cellule matrici staminali.
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La potenzialità delle cellule staminali è quella di dare
origine a vari tipi di cellule, secondo un processo detto di
"differenziazione". Valga come esempio, molto semplice, la genesi di una
ghiandola sebacea o sudoripara nel contesto di un epitelio pavimentoso
malpighiano.
E' evidente, che la genesi di una cellula ghiandolare da una cellula
staminale non può avvenire attraverso un processo di divisione mitotica,
perché dalla divisione mitotica di una cellula staminale deriveranno due
cellule staminali e non due cellule ghiandolari, o altra differenziazione.
Di conseguenza, sarebbe ovvio pensare, che la cellula staminale, in virtù
della sua potenzialità, si "trasformi" in cellula ghiandolare, o muscolare,
o ossea e così via.
In questo modo però, si avrebbe la scomparsa della cellula staminale, che,
per rinnovarsi, dovrebbe andare in mitosi, prima di differenziarsi. E
invece, è noto, che la mitosi delle cellule staminali sono particolarmente
rare, tanto più quando si differenziano.
In aggiunta a queste difficoltà, sta il fatto che le modalità della
trasformazione della cellula staminale in cellula differenziata non sono
attualmente note, mancando dimostrazione istologica. Ci sono solo disegni e
non una documentazione microfotografica. Potrebbe quindi nascere il dubbio
sulla reale esistenza di questo processo di trasformazione.
Per dare una risposta a questi interrogativi, è necessario accettare di
considerare la validità di quei reperti morfologici che dimostrerebbero che
la "differenziazione" non avverrebbe né per mitosi, né per trasformazione
delle cellule staminali.
Dopo un lavoro di alcuni anni di revisione del problema,
ho pubblicato nel 1961 (Rivista di Istochimica Normale e Patologica, VoI VII
5, pagg. 315,356, 1961 - "Contributo
alla conoscenza morfologica e istochimica dei processi di moltiplicazione,
accrescimento e differenziazione cellulare"), con 98
microfotografie, la sintesi delle mie ricerche, dando una risposta a tutti
gli interrogativi ora prospettati.
Nel corso di oramai 50 anni, quanto ho pubblicato in una Rivista
scientificamente qualificata, organo ufficiale della Società Italiana di
Istochimica, non è mai stato oggetto di alcuna critica, così da essere
tacitamente accettata, anche se la mancata discussione critica ha fatto sì
che fosse ignorato.
Per risolvere questa situazione ho ritenuto opportuno presentare a questa
Rivista una sintesi di quanto ho pubblicato sul tema della "differenziazione
cellulare", delle cellule staminali, che nel 1961 sono state da me definite
"matrici".
Sintesi della ricostruzione morfologica del processo
di differenziazione cellulare
Come ho già precisato la differenziazione cellulare non
si verificherebbe attraverso la trasformazione delle cellule staminali nelle
cellule variamente differenziate. Secondo le mie ricerche, le cellule
staminali, in quanto cellule matrici genererebbero le cellule differenziate,
come "cellule figlie". Questo processo, che è il fondamento della
differenziazione, è analogo a quanto avviene nella moltiplicazione di
organismi unicellulari, come i protozoi, oltre che in vegetali,
genericamente definito "sporulazione".
Fermo restando, che ciò che conta è la dimostrazione microscopica della
realtà di questo processo, che è l'oggetto di quanto ho pubblicato, si
tratta evidentemente di ammettere il principio, che i metazoi, cioè gli
organismi pluricellulari hanno la capacità, in determinate situazioni, come
il processo di differenziazione cellulare, di moltiplicarsi invece che per
divisione mitotica, per moltiplicazione, come gli organismi unicellulari, i
protozoi.
Questo processo di "germinazione cellulare" si verifica con la comparsa nel
citoplasma delle cellule staminali di polisaccaridi, sotto forma di
aggregati granulari e poi di massarelle ialine, che attraversano varie fasi
di sviluppo morfologico e istochimico.
Il primo stadio di questo processo, cioè di massarelle basofile è
caratterizzato dalla presenza di proteine, ad alto contenuto in
alpha-aminoacidi e corpi basici azotati.
In una fase successiva di maturazione, le massarelle basofile mostrano
positività per gli acidi nucleici (RNA e DNA). Assumono poi un aspetto
cromatinico, a guisa di piccolo nucleo, circondato da un sottile alone
citoplasmatico. La giovane cellula si rende quindi libera dal corpo della
cellula matrice completando al di fuori di essa la propria maturazione.
In sostanza queste "cellule figlie" subiscono fasi particolari di
trasformazione, quasi si trattasse di una fase embrionale, fetale, adulta,
caratterizzata dalla comparsa prima della componente proteica delle nucleo
proteine e poi dalla componente nucleica (ribo e desossi)
Questo processo di differenziazione cellulare, che ho ricostruito correlando
le varie tappe, su base morfologica, è riconoscibile in tutti i tessuti, sia
normali, che patologici, ma è particolarmente evidente ogniqualvolta èin
atto un processo di accrescimento, differenziazione o proliferazione
iperplastica, displatica e neoplastica.
Per ciò che riguarda i processi neoplastici, trova così spiegazione il
reperto del tumore a piccole cellule, cioè nella fase "embrionale-fetale"
delle sporulazione.
Inoltre, il reperto attualmente definito come "sdifferenziazione" della
cellula neoplastica, può essere considerato come un arresto a vari stadi
della differenziazione cellulare, nell' ambito del processo di
"sporulazione".
Conclusioni
Il presentare su questa Rivista i reperti morfologici e
istochimici, che considero l'espressione del processo di differenziazione
cellulare è finalizzato a suscitare quella discussione, che è mancata alla
mia pubblicazione del 1961.
Poiché affermo che i reperti da me presentati sono di osservazione costante
nelle varie situazioni normali e patologiche, il fatto che non venga fatto
alcun cenno in letteratura, significa che sono stati diversamente
interpretati dai vari osservatori, per lo più come espression di un processo
di fagocitosi, invece che da genesi endocellulare.
Nel lavoro in extenso ne ho fatto una rigorosa critica. Sia per questo, sia
per "chi ne volesse sapere di più", sono disponibile ad inviare la
pubblicazione del 1961, affinché dopo 50 anni chiunque possa fare una
critica.
Questa discussione potrebbe però essere superata da una dimostrazione In
microcinematografia della genesi endocellulare delle cellule differenziate.
E' evidente che questa dimostrazione avrei potuto farla io stesso nei
decenni passati. Questo non l'ho fatto per varie ragioni, ma innanzitutto
perché all'istologo morfologo, spetta il compito di osservare un fenomeno e
interpretarlo, non di dimostrarlo fisiologicamente. Questo potrà essere
fatto ora, risolvendo il problema dell'interpretazione dei reperti
morfologici.
Fig. 1 - Linfoghiandola laterocervicale di bambino.
"Sporulazione" multipla, da cellula matrice del reticolo, sotto forma di
masserelle sferulari ialini 1800x
Fig. 2 - Varie fasi della maturazione della "sporulazione in isolotti",
attorno alla cellula matrice 1800x
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