Il PM10 come "fattore ambientale", responsabile dell'aggravamento e diffusione della "polmonite atipica"

Come è noto la " polmonite atipica " ( Sars) ha avuto subdolamente inizio, nel novembre dello scorso anno in Cina, nelle zone acquitrinose del Guangdong, diffondendosi poi nella vicina Hong Kong.
Poichè a Hong Kong l'epidemia ebbe stranamente inizio tra gli ospiti dell'albergo Metropol e tra gli abitanti di un palazzo è stata ipotizzata l'esistenza di un "fattore ambientale " responsabile della diffusione del contagio. Sono state avanzate le ipotesi le più diverse, ma non convincenti:
l'acqua, le fogne, gli scarafaggi.

Con questo intervento si prospetta l'ipotesi che il "fattore ambientale" sia rappresentato dalle particelle sottili dello smog, cioè il PMI0 inferiori a 2 micron. Mi sono occupato della patologia provocata dall'inquinamento ambientale delle particelle sottili in un articolo pubblicato sulla rivista " Azione " di Lugano il 20 marzo 2002 ( "Come difendersi dalle particelle sottili dello smog"), che qui sintetizzo.

La patologia delle particelle sottili ( PM10)
Tra gli inquinanti ambientali vanno considerati gli idrocarburi, in particolare quelli policiclici aromatici prodotti dalla combustione di impianti industriali, di riscaldamento e dal combustibile delle auto.
I prodotti di questa combustione sublimano e passano direttamente dalla forma gasosa a quella solida, a contatto con l'ambiente esterno ricco in vapore acqueo. Con questa solidificazione si formano particelle di diametro inferiore ai 10 micron. Col fumo delle sigarette la produzione di PM10 viene ulteriormente elevata. 
Al momento della loro formazione, queste particelle microscopiche incorporano sostanze e particelle le più diverse: virus, batteri e metalli pesanti.
I metalli pesanti catalizzano la trasformazione del biossido di azoto in acido nitrico, dotato di spiccat azione irritante e tossico nei confronti dei tessuti organici.
La tossicità, particolarmente nei confronti del polmone varia in rapporto sia al numero, che alle dimensioni delle particelle. Mentre quelle superiori ai 10 micron non superano la barriera del naaso e della faringe, quelle dai 10 ai 2 micron arrivano fino ai bronchioli.Dai 2 micron in giù arrivano fino agli alveoli.

"Connubio" tra particelle sottili (PM10) e coronavirus.
A questo punto il fatto che le particelle sottili inferiori ai 2 micron, certamente presenti in una città come Hong Kong, e ovviamente in tante altre città, possano veicolare virus e tra questi quelli responsabili della Sarc, non è un'ipotesi ,ma una certezza.
E' però importante una precisazione e cioè che non si tratta di un semplice "trasporto", perchè le particelle sottili hanno carica elettrostatica positiva, mentre i virus carica elettrostatica negativa, cosicchè la loro reciproca attrazione porta ad una unione quasi inscindibile.
Si attua così un sinergismo tra le due azioni dannose e cioè l'azione irritante tossica dell'acido nitrico prodotta dalle particelle sottili e l'azione infiammatoria del virus.

Il risultato è un danno alla parete dell'alveolo e quindi ai capillari ematici con reazione connettivale dello stroma e conseguente ostacolo al passaggio dell'ossigeno. Tutto ciò caratterizza sia l'ispessimento interstiziale microscopico di questa "polmonite atipica", che il quadro radiologico di "smerigliatura".
Prospettando l'ipotesi che le particelle sottili rappresentino il "fattore ambientale" di Hong Kong non significa certo negare che il coronavirus sia la causa prima responsabile della polmonite interstiziale. Le particelle sottili rappresentano una aggravante da un punto di vista patogenetico.

Come difendersi dal connubio "virus particelle sottili"
Considerando valida l'ipotesi che la virulenza e il danno del virus responsabile della polmonite interstiziale (Sars) sia esaltata dal connubio con le particelle sottili, appare ovvia l'opportunità di impedire questo connubio, nella speranza di migliorare l'evoluzione della malattia.
A questo fine andrebbe usato un classico anionizzatore,che emette cariche elettrostatiche negative, in grado di bloccare le PM10 dotate di carica elettrica positiva e, di conseguenza, la loro unione con i virus. Andrebbe inoltre ridotto al massimo l'uso dell'aria condizionata, che sottrae gli ioni elettronegativi dell'aria, salvo, ovviamente, aggiungere un ionizzatore al condizionatore.
Come coadiuvante di cura, quando insorge, come complicanza, uno spasmo bronchiolare, che aggrava il deficit respiratorio, possono essere utilmente usati
preparati a base di magnesio, dotati di azione antispastica.
Infine un'ultima considerazione sull'uso delle mascherine, che ormai sono quasi d'obbligo per proteggersi dai colpi di tosse e dagli starnuti dei soggetti potenzialmente portatori del virus.
E' evidente, che queste mascherine non impediscono certo l'ingresso delle particelle sottili, inferiori a 2 micron, legate al virus, così come non ne impediscono la fuoriuscita, con l'aria espirata, da parte dei soggetti affetti da Sars.
Deve essere invece ricordato il fatto ben noto, che le mascherine spesso usate in città, per proteggersi dallo smog, possono provocare un aumento del vapore acqueo nell'ambiente respiratorio, così da favorire la trasformazione solida delle particelle sottili, dalla forma gassosa.


Luciano Pecchiai
Centro di eubiotica umana